Geografia, economia e tradizioni

A 5 Km dalla statale 265, quasi a metà strada tra Dugenta e Solopaca, adagiato ad occidente del Pizzo del Piano (m.940) e ad oriente del rio Maltempo, uno degli affluenti del Calore, troviamo Melizzano. La delicata esposizione ai raggi del sole per buona parte dell'anno, consente un clima quanto mai salutare e mite. La disposizione a declivio ha favorito da secoli lo sviluppo di una agricoltura fiorente a cui i contadini di Melizzano dedicano la loro amorevole cura con tecniche di coltura che si tramandano di generazione in generazione. Le uve cresciute su queste terre, producono vini pregiati serviti nei migliori ristoranti d'Italia. Anche la famosa "mela annurca", dal cui toponimo ha preso vita la parola "Melizzano", si colora di tonalità e sapore impareggiabile. Le tradizioni, gli usi ed i costumi si trovano nelle antichissime feste patronali (Madonna della Libera e S. Alfonso Maria de' Liguori) e rionali che ripropongono il millenario e storico rapporto dell'uomo con la divinità ma anche le ultime testimonianze di un artigianato contadino che rivive nella devozione popolare. Nelle caratteristiche stradine di Melizzano, che conservano tutt'ora numerosi edifici del XVII e XVIII secolo, si riscopre il contatto con il passato e l'amore per la Storia: le decorazioni e gli stucchi, i fregi, stemmi sui portali, l'assetto quasi integro del centro storico, invitano, insieme alla proverbiale ospitalità dei cittadini, ad un soggiorno e ad un Week-end piacevoli.

Dalle origini ai nostri giorni

È opinione comune che nell'attuale territorio di Melizzano, sorgesse già nel III sec. d.C. l'antica "Melae", una città fortificata sannita distrutta nel 538 dai Romani: Tito Livio la ricorda nelle sue opere (Liv. I.XXIV, cap. X), ponendola ad alcuni chilometri da Telese. A tutt'oggi non restano ruderi o tracce a testimonianza della primitiva presenza, ma il toponimo lascia presupporre che l'origine, dell'agglomerato urbano melizzanese, sia scaturita da quel drammatico avvenimento. È quindi probabile che proprio sulle rovine di "Melae" sia sorta , intorno al IX sec., la cittadina sannita formata da diverse frazioni tra cui quella del Torello che sembra derivi da "i torielli", due torri di avvistamento poste su due colli contrapposti a guardia della strada di accesso ai monti del Taburno; i resti sono ancora evidenti. Dopo il periodo longobardo, documentato da un manoscritto del principato di Sicardo, in cui ricorre "Melassanu", non abbiamo altre notizie fino al 1100: sotto i Normanni, Melizzano fu possedimento di Roberto, principe di Caserta e alla stregua delle altre contee, venne smembrata dagli Angioini (sec. XIV). Le cronache del tempo riferiscono di un Nicola di Melizzano, traditore della corona (1343), spodestato dal feudo. Nel sec. XV l'abitato fu teatro del cruento scontro tra i partigiani di Alfonso d'Aragona e quelli di Renato d'Angiò, per la successione del regno di Napoli: Melizzano prese le parti del francese, ma siccome questi venne sconfitto, il paese sannita venne duramente colpito. Nel 1506 la terra fu feudo dei Gambacorta, che detenevano anche la vicina Frasso: verso la fine del secolo i beni e l'investitura vennero alienati, per le gravi tasse di successione, a Pietro de Curtis, che ne prese possesso nel 1602. Più tardi il feudo di Melizzano passò a Giulio Cesare di Capua. Nel XVIII sec. acquistò le terre il nobile Bartolomeo Corsi di Firenze e da lui il titolo di Duca passò alla famiglia Bellucci fino alla abolizione della feudalità.

Note sui monumenti

IL CASTELLO

Edificio di particolare interesse storico ed architettonico, si articola su una superfice planimetrica contenuta: richiama elementi di fabbrica quattrocenteschi, ma la sua origine risale al XVII secolo. Nei primi anni appartenne al principe di Conca, quindi a Bartolomeo Corsi e da qualche secolo alla famiglia Caracciolo.

CHIESA DEI SS. APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Artistica costruzione di rifacimento settecentesco su una primitiva fabbrica di dimensioni più ridotte, viene detta Chiesa Madre: si sviluppa internamente a tre navate, con alcune pregevoli decorazioni a stucco sugli elementi di sostegno. La piazza antistante è abbellita da fontana.

SANTUARIO MADONNA DELLA LIBERA

La devozione secolare dei cittadini melizzanesi volle edificare in una sporgenza pianeggiante del Pizzo del Piano (a m.400 ca) un santuario mariano, motivo di pellegrinaggi periodici, soprattutto estivi. È occasione di festeggiamenti civili e religiosi in onore di Maria SS. Della Libera.